Fino al 10 luglio la mostra di Primo Pantoli Un chant d'amour
Dal 20 maggio al 10 luglio, presso la Pinacoteca Carlo Contini, la mostra "Un chant d’amour. Primo Pantoli, 1957-2009" a cura di Ivo Serafino Fenu
UN CHANT D’AMOUR
Primo Pantoli, 1957-2009
Oristano - Pinacoteca comunale “Carlo Contini”
20 maggio 2016 – 10 luglio 2016
Venerdì 20 maggio, alle 19, presso la Pinacoteca Carlo Contini di Oristano sarà inaugurata la mostra Un chant d’amour. Primo Pantoli, 1957-2009 a cura di Ivo Serafino Fenu. Per la prima volta a Oristano verranno esposte ben 67 opere dell’artista oggi ottantaquattrenne, prodotte in un arco cronologico che va dal 1957 al 2009, con la presenza di olii, opere polimateriche, tempere, disegni e acquerelli, sculture e collage.
La recensione di Ivo Serafino Fenu
Ci sono artisti la cui produzione, soprattutto se pluridecennale, può apparire discontinua, ondivaga, in balìa di troppe stimolazioni poetiche, pertanto eccessivamente polimorfa in quanto a risultati formali. Gli oltre sessant’anni di attività di Primo Pantoli, un’attività sempre febbrile e sempre in prima linea, può apparire, a uno sguardo superficiale, di tale natura. Frenetico fu, del resto, anche per la Sardegna, il periodo che va dalla seconda metà degli anni ’50 fino alla metà degli anni degli anni ’70, quando, finalmente, dopo decenni passati a rimuginare su temi identitari e/o folclorici, anche l’Isola si aprì alla più spericolata sperimentazione contemporanea. In questo contesto l’artista, senza perdere mai di vista la figurazione e con un’urgenza narrativa mai venuta meno – anche in quei momenti nei quali ha lambito i territori dell’astrazione –, abbracciò con convinzione la via dell’Espressionismo esperita in tutte le sue sfaccettature: accensioni fauve e sensualità matissiane, evasioni oniriche chagalliane e asperità teutoniche, cubismo surreale, lancinanti ferite alla Francis Bacon o concrezioni biomorfe alla Jean Fautrier. Insomma, una rilettura del Novecento sempre in bilico tra una libido vitalistica e rigeneratrice e il senso di una tragedia incombente: «L’Espressionismo di Pantoli, nel suo declinarsi tra introspezione ed inquietudine, è, dunque, ricognizione intorno all’essere umano. L’essenza dell’uomo non è però qualcosa di astratto ed immobile, che dimora unicamente nel singolo, piuttosto trae sostanza dal confronto, si riconosce e si modifica nell’insieme dei rapporti sociali. Della ricerca estetica del Novecento Pantoli rifiuta l’isolamento solipsistico, la rinuncia da parte dell’artista ad assumere la responsabilità del presente. Rivendica l’arte che si fa non soltanto testimonianza ma engagement. E, secondo la lezione di Gramsci, l’impegno ha certamente fini ideali ma anche obiettivi storici molto concreti» (Simona Campus, Pantoli. 1957 – 2009, 2009, p. 9). E tra queste polarità e questa apparente dicotomia trova coerenza e originalità il percorso artistico di Primo Pantoli che, negli anni Settanta, sia nei temi, sia nelle forme, sia nel viscerale attaccamento alla prassi pittorica, pare entrare in perfetta sintonia con quanto andava maturando negli ambienti della nascente Transavanguardia, addirittura, in alcune opere, anticipandola. Erotismo e impegno civile, dunque, sotto il segno della passione in un lungo e inesausto percorso verso un’utopia necessaria: un inno alla vita nel quale l’arte non può essere e non vuol essere altro che un lungo e struggente chant d’amour.
Nota biografica
Primo Pantoli nasce il 19 febbraio del 1932 a Cesena (Forlì), dove compie gli studi classici. Nel 1950 si trasferisce a Firenze, alternando la pittura agli studi letterari. Nel 1957 si stabilisce in Sardegna per insegnare discipline artistiche al Liceo Artistico di Cagliari, fino al 1990. È tra i fondatori dei primi gruppi di arte di avanguardia in Sardegna (Studio '58 nel 1958; Gruppo di Iniziativa, nel 1961; Centro di Cultura Democratica, nel 1967). Pubblica scritti e disegni su quotidiani e periodici, articoli di critica d’arte su L'Unità e Il Tempo; è disegnatore satirico di Rinascita Sarda e di Sardegna Oggi. Espone un po' ovunque, in Italia e all'estero dal 1952. Progetta oltre cento manifesti, copertine di libri, depliants per il teatro, per convegni, per manifestazioni culturali, sindacali e politiche. Realizza scenografie per il teatro e per la televisione (Rai 3). Allestito sale e piazze per manifestazioni e convegni. Dall'anno 2000 si dedica anche alla scultura, sperimentando diversi materiali. Incide e stampa personalmente opere di xilografia, acquaforte, puntasecca. Pubblicato, per le edizioni CUEC di Cagliari il manuale Incidere e stampare da soli (1999) e, nel 2003, la stessa editrice gli dedica la monografia Pantoli opere, nella collana "Segni". Scrive diversi racconti e una raccolta di fiabe con illustrazioni al computer dal titolo Favole del babbo per Eleonora (2007). Nel 2009 il Comune di Cagliari, presso Castello di San Michele, gli dedica un’importante antologica a cura di Simona Campus. Nella sua casa-studio di Poggio dei Pini continua a ospitare e seguire giovani artisti per formarli nella pratica della pittura, del disegno e dell’incisione.
info: tel. 0783 791262
mail: pinacoteca@comune.or.it /
orari mostra: lun-dom 10.30/13.00 – 17.00/19.30
mag/16
ore 11:27 - Inizio evento
lug/16
ore 11:27 - Fine evento
Ultimo aggiornamento
22/03/2022, 11:42
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