Consiglio comunale - Approvato il piano di copertura dei debiti per gli espropri, dalla Regione in arrivo 3 milioni e mezzo di Euro
Si avvia verso una soluzione positiva il problema degli espropri di Torangius. Ieri sera il Consiglio comunale di Oristano ha riconosciuto il debito maturato nei confronti degli ex proprietari espropriati.
Data:
16 febbraio 2005
Si avvia verso una soluzione positiva il problema degli espropri di
Torangius.
Ieri sera il Consiglio comunale di Oristano ha riconosciuto il
debito maturato nei confronti degli ex proprietari espropriati. Un atto
essenziale per poter accedere al contributo regionale di 3 milioni 765 mila
Euro.
È stato l’Assessore al Bilancio Fabio Porcu a presentare l’argomento al
Consiglio, ricordando le tappe fondamentali di una vicenda vecchia di molti anni
che ha portato a recenti sentenze per un debito complessivo del Comune di 12
milioni 551 mila Euro.
“Il Comune – ha detto Porcu -, riconoscendo il
debito, ha anche previsto di farvi fronte con i 3 milioni 765 mila Euro della
Regione, un milione da fondi di bilancio e 2 milioni 50 mila Euro attraverso un
mutuo con la Cassa depositi e prestiti. Altri 5 milioni 735 mila Euro potranno
essere recuperati attraverso la contrazione di mutui o, in alternativa o a
complemento, attraverso il recupero dei conguagli a carico degli assegnatari
delle aree, soluzioni di urbanistica contrattata, alienazione del patrimonio e
permute”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti Francesco Pinna (UDS) che
ha chiesto un elenco di tutti i contenziosi aperti, Claudio Atzori (DS) che ha
contestato la proposta di ricorrere a nuovi mutui che paralizzerebbero
l’attività del Comune per i prossimi anni come peraltro segnalato dai revisori
dei conti, Pietro Arca (Udeur) che ha evidenziato la mancanza di un atto di
programmazione della Giunta per far fronte a questa grave situazione debitoria
del Comune, Antonello Sotgiu (Oristano al centro)che si è detto rammaricato per
l’avarizia della Regione che a suo tempo avvallò le scelte che hanno determinato
questa situazione debitoria con lo scopo di recuperare case a basso costo e che
oggi non fa fino in fondo la sua parte per risolvere il problema.
In fase di
dichiarazioni di voto sono poi intervenuti Paolo Vidili (UDS) che ha annunciato
di non partecipare al voto perché la proposta presentata è troppo generica,
Claudio Atzori (DS) che annunciando di non voler partecipare al voto perché al
Consiglio non sono stati forniti tutti gli atti necessari a compiere una
valutazione complessiva, Peppino Marras (La Margherita) che ha annunciato di
abbandonare l’aula per non firmare una cambiale in bianco alla Giunta, Antonio
Scanu (Forza Paris) che ha ribattuto spiegando che la pratica è stata istruita
correttamente, che la certezza del debito deriva dalle sentenze e che in caso di
mancata approvazione del provvedimento la Corte dei Conti potrebbe intervenire
nei confronti dei consiglieri contestando la responsabilità di aver perso un
consistente contributo regionale (tesi poi avvallata anche dal Segretario
generale), Sergio Locci (UDC) che ha parlato di un bilancio che non consente
soluzioni diverse e che ha sostenuto l’esigenza di fare giustizia nei confronti
di quei cittadini cui è stato leso il diritto di proprietà, Antonio Leoni (AN)
secondo cui non ci sono motivi per non votare favorevolmente alla proposta
presentata in Consiglio stante la certezza degli elementi a disposizione
(transazione, finanziamento regionale, sentenze). Leoni ha anche considerato la
genericità della parte finale della proposta di cui hanno parlato alcuni
consiglieri di minoranza non è un difetto, ma un pregio perché consente di
percorrere tutte le strade possibili al fine di risolvere il problema.
Al
momento del voto tutti i consiglieri di minoranza hanno abbandonato
l’aula.
La proposta è stata approvata all’unanimità dei presenti (21).
Il Consiglio ha quindi discusso la mozione del consigliere Sandro Lisini (AN)
sulla destinazione d'uso dell'edificio denominato Hotel del Sole di Torre
Grande.
Lisini ha spiegato di aver voluto presentare la mozione
singolarmente, al di là delle collocazioni di maggioranza e opposizione, per
“chiedere un impegno al Sindaco e alla Giunta perché compiano tutti gli atti
necessari ad accertare e garantire, laddove il cambio di destinazione d'uso non
costituisca un atto dovuto, che l'intera struttura - l'Hotel del sole - comunque
denominata albergo residenziale resti comunque destinata allo svolgimento di
attività turistico ricettive secondo la volontà espressa dal Consiglio
Comunale”.
Lisini ha ricordato che il Consiglio comunale nel 1963 decise la
concessione di quell’area con il vincolo della costruzione di un albergo “un
vincolo che non si esaurisce con la costruzione. Quindi la volontà del Consiglio
era evidente e non era necessario reiterarla solo perché sono passati
quarant’anni. Io francamente non sono riuscito a capire che cosa in cosa debba
essere trasformato questo albergo. Nell’istanza di concessione viene individuato
il lavoro di ristrutturazione per insediamenti di carattere prevalentemente
stagionale e la concessione edilizia è stata rilasciata per insediamenti di
carattere prevalentemente stagionale. Si parla di moderno residence per poi
arrivare alle seconde case o case turistiche, comunque non si riesce a cogliere
da nessuna parte in cosa debba essere realmente trasformato”.
Nel corso del
dibattito sono intervenuti Claudio Atzori (DS) secondo cui il proponente della
mozione ha il merito politico di aver sollevato un argomento scomodo, Paolo
Vidili (UDS) che oltre ad chiesto spiegazioni sui motivi per i quali una
concessione tanto rilevante per il sistema turistico e il tessuto urbanistico
non sia passata anche in Consiglio comunale ha sollecitato la ricostituzione
della Commissione edilizia, Francesco Federico (La Margherita) che ha parlato di
un argomento che scotta visto che nessuno fino a questo momento ha avuto il
coraggio di affrontarlo in Consiglio comunale, ha aggiunto che la volontà
espressa dal Consiglio comunale nel ’63 per dotare Torre Grande di un albergo va
rispettata ed ha chiesto l’istituzione di una commissione d’indagine, Tonino
Falconi (Forza Paris) che sottolineando come Oristano avendo la fortuna di
disporre di una struttura turistica in una posizione unica non la può buttare
via ha chiesto di fare chiarezza sulla vicenda, Alessandro Usai (UDEUR) ha posto
l’accento sul rischio di creare un’altra struttura di seconde case in una
borgata con il 90% di seconde case ed ha chiesto maggiore chiarezza sui lavori e
di fare il possibile per conservare la destinazione alberghiera della struttura,
Giovanni Masala (Forza Paris) che ha spiegato che così come nel 1963 il
Consiglio comunale concesse il terreno per realizzare un albergo oggi il
Consiglio comunale riafferma la stessa linea. Masala ha aggiunto che le norme
urbanistiche assegnano tutte le responsabilità a chi ha rilasciato la
concessione edilizia. È poi intervenuto Sergio Locci (UDC) secondo cui il
Consiglio comunale non può interferire nelle specifiche competenze dei
dirigenti. Locci ha poi aggiunto che la discussione su questo argomento denota
la povertà dell’offerta turistica del territorio da cui deve conseguire un forte
impegno per incrementare l’offerta turistica. Peppino Marras (La Margherita) ha
contestato la tesi secondo cui ogni competenza sia in capo al dirigente perché
esiste un comune sentire popolare che chiede che l’Hotel del Sole rimanga hotel
e impone all’istituzione comunale di comportarsi di conseguenza. Per Ernesto Pia
(UDS) gli uffici comunali si sono comportati in maniera corretta e non può
scandalizzare il rilascio di una concessione edilizia relativa ad una variazione
di destinazione d’uso, anche se rimane aperto il problema di fondo del rilancio
della politica turistica a Torre Grande.
Ha quindi preso la parola
l’Assessore all’Urbanistica Mariano Biddau che ha fatto il quadro della
situazione ricordando come ormai da diversi anni quella struttura alberghiera
non riuscisse più ad attrarre turisti. Biddau ha spiegato che la vecchia
proprietà aveva tentato di cedere la struttura come albergo ad operatori del
settore. L’unico società interessata è quella che poi ha rilevato
l’immobile.
Biddau ha aggiunto che il rilascio della concessione edilizia era
un atto dovuto e che, a differenza di quanto poteva avvenire in passato, la
normativa assegna alla struttura tecnica e non a quella politica la competenza
su questa materia.
“L’edilizia privata è stata demandata dalla Legge
Bassanini direttamente ai dirigenti che rilasciano le concessioni così come ha
fatto il nostro dirigente confortato dal parere favorevole del legale del
Comune” ha precisato Biddau.
Per quanto riguarda i vincoli politici
stabiliti dal Consiglio comunale nel 1963, questi si sarebbero esauriti nel
momento in cui si è perfezionata la costruzione. Da quel momento il proprietario
ha acquisito piena facoltà di disporre del bene.
L’Assessore Biddau ha poi
spiegato che la volontà espressa dal Consiglio nel 1963 è comunque rispettata
visto che sarà assicurata la destinazione turistica e stagionale della struttura
previsto dalle norme.
Biddau ha quindi concluso auspicando lo stralcio dal
PUC della parte riguardante la zona turistica di Torre Grande: “In questo modo
si potrebbe affrontare immediatamente la discussione sul futuro e sullo sviluppo
turistico di Torre Grande”.
La mozione è stata approvata con 18 voti a
favore, uno contrario (Ambus) e tre astenuti (Barberi, Giorico e Uda).
Ultimo aggiornamento
23/03/2022, 09:31
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