Liberazione - Conferenza Il cattivo tedesco e il bravo italiano
Il 25 aprile, alle 18, nella Sala consiliare del Comune, una conferenza di studi storici del professor Filippo Focardi che presenterà il saggio “Il cattivo tedesco e il bravo italiano”
Il 25 aprile, alle 18, nella Sala consiliare del Comune (Palazzo degli Scolopi), una conferenza di studi storici del professor Filippo Focardi (Università di Padova – Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali) che presenterà il saggio “Il cattivo tedesco e il bravo italiano” (Laterza editori).
L’iniziativa è promossa dall’ISSASCO, dal Centro Servizi Culturali Unla, dal Comune di Oristano, da Nur s.n.c e dalla Biblioteca Gramsciana Onlus. Dopo i saluti di Giuseppe Manias (Biblioteca Gramsciana), Marcello Marras (Unla), di Walter Falgio (ISSASCO) e del Sindaco Guido Tendas, presenteranno il libro Aldo Borghesi direttore dell’Istasac e l’autore Filippo Focardi, docente dell’Università di Padova.
Il libro
Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell’occupante. Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d’ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall’Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano, ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l’8 settembre dal Re, da Badoglio e da tutte le forze dell’antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l’oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un’immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell’Asse, non senza l’interessato beneplacito e l’impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.
apr/16
ore 12:48
- Inizio evento
Ultimo aggiornamento
22/03/2022, 11:42
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