Consiglio comunale - Approvato il Piano di declassificazione degli usi civici

Con 28 voti a favore il Consiglio comunale di Oristano ha approvato il Piano di declassificazione dei terreni gravati da usi civici. La minoranza non ha partecipato alla votazione. È stato

Data:
21 aprile 2006

Con 28 voti a favore il Consiglio comunale di Oristano ha approvato il Piano di declassificazione dei terreni gravati da usi civici. La minoranza non ha partecipato alla votazione.

È stato l’Assessore all’Urbanistica Giuliano Uras a illustrare la proposta di delibera all’assemblea civica ricordando che il Comune di Oristano possiede un patrimonio immobiliare in terreni agricoli, pascoli, boschivi e in terreni edificati di circa 500 ettari. Ieri il Consiglio è stato chiamato a pronunciarsi sulla declassificazione di quei terreni gravati da usi civici che rispettano le condizioni previste dalla Legge. Cioè su quelli che hanno irreversibilmente perso la conformazione fisica o la destinazione funzionale di terreni agrari ovvero boschivi o pascoli attivi, che sono stati alienati prima dell'entrata in vigore della Legge 8 agosto 1985 n. 431 da parte dei Comuni mediante atti posti in essere senza il rispetto della normativa di cui alla Legge 16 giugno 27 n. 1766 e che non sono stati utilizzati in difformità dalla programmazione urbanistica comunale.

L’Assessore Uras ha anche ricordato le principali caratteristiche degli usi civici, evidenziando come si tratti “un retaggio del periodo feudale, che dura da secoli in tutta Italia, tutelato da leggi nazionali e regionali, per favorire l’utilizzo di beni comuni da parte dei cittadini. In molti paesi della Sardegna l'uso civico è ancora utilizzato, ad esempio per i pascoli e in qualche caso anche per il legnatico. In molti altri centri, compreso Oristano, dell'uso civico dei terreni si è perso il ricordo e in molti casi gli stessi terreni sono stati edificati”.

Uras ha citato il caso degli impianti sportivi di Sa Rodia, numerosi terreni di Torre Grande, di San Nicola e molti altri in diverse parti del territorio comunale.

La Legge impone la regolarizzazione di queste situazioni attraverso “un piano di riqualificazione degli usi civici che però richiede tempi abbastanza lunghi per la sua elaborazione – ha proseguito l’Assessore Uras -. Il Comune in questa fase deve procedere alla sclassificazione, preliminare alla riqualificazione che sarà decisa nei prossimi mesi dal Consiglio comunale. Lo studio realizzato comprende i terreni e i beni che hanno rispettato le tre condizioni previste dalla Legge: beni alienati prima dell'85, con una destinazione non più a pascolo a legnatico o boschivo e che non abbiano avuto utilizzi in difformità con gli strumenti urbanistici. Dall'analisi è venuto fuori un quadro dettagliato che ricostruisce i primi passaggi di proprietà tra il Comune e i singoli privati. Compravendite che risalgono per la gran parte alla prima metà dello scorso secolo e che riguardano terreni sui quali gli usi civici non erano praticati. Per la legge, tutti questi atti, dal primo fino all'ultimo, sono nulli con la conseguenza che tutti i beni sarebbero incamerati dal Comune. La legge, però, consente di sanare la situazione attraverso la sclassificazione”.

Dopo la relazione dell’Assessore Uras numerosi consiglieri di minoranza hanno contestato la validità della seduta convocata d’urgenza senza che, a loro avviso, ce ne fossero le condizioni.

Nel merito del problema Guido Tendas (DS) ha chiesto spiegazioni sui motivi che hanno portato a trascurare il problema degli usi civici per molti anni, mentre secondo Linalba Ibba (PSdAz) il Comune ha già sforato i tempi concessi per la definizione del Piano di sclassificazione. Francesco Federico (La Margherita) ha chiesto spiegazioni sui motivi che hanno portato a non inserire nell’elenco dei terreni da classificare anche altri beni come i giardini di viale Repubblica per i quali si porrebbero seri problemi di urgenza, Antonio Tola (Riformatori) ha condiviso le ragioni di urgenza che hanno accompagnato la convocazione del Consiglio comunale ed ha ricordato come tutti i comuni della Sardegna siano interessati da questo problema. Tonino Falconi (Fortza Paris) ha espresso sorpresa e delusione per il mancato inserimento nell’elenco dei terreni di Su Cuguzzu dove dovrebbe sorgere il galoppatoio, mentre Claudio Atzori (DS) ha contestato la decisione di escludere le grosse realtà, i terreni di grande estensione, favorendo invece le singole abitazioni. Mimmo Serusi (SDI) ha espresso perplessità per la mancanza di un inventario dei beni e un quadro d’insieme che consenta un intervento razionale ed ha criticato il mancato coinvolgimento delle frazioni. Maria Delogu (DS) ha ripreso il tema dei ritardi e ha chiesto spiegazioni sulla mancata predisposizione del Regolamento per la gestione dei terreni ad uso civico sollecitata dalla Regione nel 1994 e nel 1997. Antonello Sotgiu (Oristano al centro) ha sollecitato la redazione di un piano completo e l’istituzione di un centro di programmazione comunale, mentre Sandro Lisini (AN) ha richiamato il Consiglio al senso di responsabilità per un problema la cui soluzione non deve essere di maggioranza o di minoranza. Antonio Leoni (AN) ha invitato il Consiglio a lasciare da parte le polemiche, a prendere atto dell’esistenza del problema e ad adoperarsi per la sua soluzione. Giovanni Masala (Fortza Paris) ha auspicato il coinvolgimento delle frazioni nella fase di predisposizione del piano di valorizzazione che dovrà essere redatto nei prossimi mesi. Pietro Arca (Per Oristano) ha lamentato la mancanza di un atto di indirizzo da parte della Giunta sulle modalità di soluzione del problema degli usi civici. Secondo Ivano Cuccu (DC) il Consiglio comunale deve compiere un atto di giustizia nei confronti di quei cittadini che hanno acquistato dal Comune terreni che il Comune non poteva vendere. Angelo Angioi (AN) ha auspicato tempi brevi per l’approvazione del piano di valorizzazione o per l’adozione di un atto di indirizzo. Secondo Alessandro Usai (per Oristano) l’urgenza è giustificata solo in parte e i criteri di scelta non hanno convinto. Mario Musinu (Forza Italia) si è detto contrario a qualsiasi rinvio e favorevole alla soluzione, anche se parziale, del problema.

Durante il dibattito è stato chiamato a fornire dei chiarimenti tecnici anche il Geometra Giovanni Piras che ha lavorato al piano di sclassificazione. Piras ha ripreso molti dei concetti esposti dall’Assessore Uras, chiarendo molti dei dubbi sollevati in Consiglio comunale e ha evidenziato come il piano di sclassificazione sia solo una minima parte del piano di valorizzazione che non contiene cambi di destinazione d'uso, ma riguarda semplicemente terre che il Comune ha venduto non potendolo fare.

Sui ritardi del Comune il Geometra Piras ha spiegato che in molti casi questi dipendono anche dai ritardi e dalla frammentarietà degli atti a disposizione della Regione.

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Ultimo aggiornamento

23/03/2022, 09:31