Consiglio comunale - Gli interventi di Cuccu (UDC) e Cherchi (UDS) sul PUC

Ieri sera, in Consiglio comunale, a Oristano, è proseguito il dibattito sulle linee generali del nuovo Piano urbanistico comunale. Franco Cuccu (UDC) è intervenuto spiegando che

Data:
16 novembre 2004

Ieri sera, in Consiglio comunale, a Oristano, è proseguito il dibattito sulle linee generali del nuovo Piano urbanistico comunale.

Franco Cuccu (UDC) è intervenuto spiegando che l’urbanistica è una scienza appropriata ed efficace solo se è capace di rispettare l’anima più profonda, la cultura, le tradizioni e le naturali tendenze di crescita della comunità alla quale va applicata.

Cuccu ha sostenuto l’esigenza di un dibattito generale, capace di portare ad una valutazione complessiva sul nuovo PUC per poi esprimere un giudizio di compatibilità sulle osservazioni dei cittadini.

“La posizione dell'UDC – ha proseguito il Consigliere dell’UDC - è stata sin da subito quella di chiedere al Consiglio di esaminare e valutare l'impianto progettale del PUC nel suo insieme attraverso un dibattito che coinvolgesse tutte le forze politiche presenti in Consiglio e che portasse alla formulazione di un giudizio di rifiuto e o di accettazione totale o parziale dell'impianto progettuale stesso, per valutare in questo secondo caso, quali osservazioni presentate dai cittadini possano essere accolte, senza timore di stravolgere o rendere vana la logica progettuale del PUC. È una posizione che abbiamo già difeso in quest' aula, fino al punto di spaccare la maggioranza e votare perché il dibattito sul PUC non fosse limitato all'esame delle sole osservazioni e perché ogni Consigliere Comunale avesse più tempo per il suo intervento ove naturalmente lo volesse e, soprattutto, ove naturalmente avesse qualcosa da dire”.

Riferendosi all’intervento di Mimmo Serusi , Cuccu ha spiegato che “l'Assessore Uras con la sua relazione non cercava in Consiglio accordi trasversali perchè abbandonato dalla sua maggioranza. L'Assessore Uras conta certamente sul sostegno del Sindaco che gli ha conferito un incarico di tanta rilevanza, possiede l'appoggio pieno e convinto del gruppo politico nel quale si riconosce, l'UDC, e del sostegno politico di gruppi di maggioranza ai quali però spetta di annunciarlo direttamente. Voglio sperare, che vista la serietà e la decisione con la quale ha affrontato l'argomento non abbia il sostegno solo dei gruppi di maggioranza. Con il suo accenno alla possibilità di maggioranze diverse, l'Assessore Uras con la prudenza del sarto impegnato a ricucire una complessa trama, ha esternato al Consiglio il convincimento, dettato dai contatti che ha avuto con le persone, che su un argomento di così grande importanza non ci possono essere solidarietà politiche di coalizione che si collocano al di sopra dell'interesse generale e ci sono gruppi consiliari, sicuramente l'UDC, ma non Š detto che non ce ne siano anche altri, che sosterranno quello che secondo il proprio giudizio riterranno il miglior   PUC   possibile”.

“Il giudizio su questo PUC da cui parte l'UDC in questo dibattito è contenuto in un comunicato stampa, reso pubblico qualche mese fa - ha proseguito Cuccu che poi ricordando il passato di Oristano ha citato alcuni episodi (la rimozione dei ruderi della Porta Mari) che hanno inciso pesantemente sulla storia e sul tessuto urbano della città -. Oggi, a differenza di allora, bisogna conoscere e rispettare l’anima di Oristano per non ripetere certi errori”.

Cuccu ha quindi parlato delle vocazioni di Oristano come città territorio, orizzontale e protesa verso il mare “ si tratta di tre concetti che possono e devono essere contenuti in questo piano”.

“Oristano è una città di servizi al territorio, nasce così sin da quando ospitava una stazione di posta con rivendita di prodotti orticoli, cambio cavalli, maniscalco di servizio per il territorio. Questo ruolo lo ha conservato nel corso della storia, durante il Medio Evo, sino ad oggi”.

“Oristano città orizzontale. Già 150 anni fa Vittorio Angius scriveva: Oristano occupa tanto spazio che sarebbe assai al decuplo della sua popolazione. È un città orizzontale perché città contadina. Modificarne la condizione significa violentarla. Nel 1960 il Piano Clemente raddoppia la città superando abbondantemente i confini della città di allora: verso ovest la via Cagliari, gli ingressi vicino alla statue della Madonnina a nord e sud, a nord-est la via Sardegna. Quindi era città orizzontale anche allora. La tendenza dell' oristanese è per una città orizzontale”.

“L'indirizzo della città verso il mare. Questa è una cosa che non è stata, come nei primi due casi, segnata da un atteggiamento costante. In un primo momento la città scelse di fare la sua porta principale, Porta Mari, sulla strada del mare. Quindi , in quel momento c'era un rapporto con il mare. Dopo invece che la recrudescenza delle scorrerie sui litorali della Sardegna dei mori interrompe questo rapporto sino al XIX secolo quando si attenua in fenomeno corsaro e la città cambia atteggiamento e cerca di andare verso il mare. Oggi, quella tendenza viene confermata anche se questo è uno dei punti per i quali i progettisti a mio avviso non hanno rispettato il documento degli indirizzi dato dal Consiglio Comunale, visto che qualche volpacchiotto ha fatto inserire un qualcosa dove dice: la città punta il suo sviluppo residenziale verso il mare. Residenziale non è sviluppo produttivo. Questa è una scelta chiara”.

Gli spazi destinati alla residenza. Cuccu li ha giudicati sufficienti “perché riteniamo che al di là del milione e 600 mila metri cubi, se fossero arrivati a 3 milioni e 200 mila metri cubi sarebbe stato meglio. Intanto perché Oristano già da oggi ha ben più dei 30 mila abitanti residenti e poi perché il parametro è inferiore alla realtà dei 100 metri cubi per abitante ”.

“Gli spazi per si servizi. Forse possiamo discutere su come sono dislocati, però non si può dire che i progettisti non ne abbiano tenuto conto”.

Sulle previsioni per la rete viaria Cuccu ha sostenuto che si tratta di un punto di straordinaria importanza per la città e per la sua vivibilità “ Al di là di alcune modeste rettifiche di tracciato, l'impianto appare congeniale per una rapida circolazione dei maggiori flussi di traffico, con le circonvallazioni e le due tangenziali che si richiede declassare a strade urbane di largo traffico”.

“Il polo intermodale, è forse la parte più difficile e di più rilevante interesse attorno al quale si svilupperà il dibattito. Il polo intermodale, che così come l'intendiamo noi non è esattamente un polo intermodale, ma nasce per il trasporto merci. È una cosa differente dal passaggio di persone, però il polo intermodale potrebbe tranquillamente sorgere laddove previsto dai progettisti, nel senso che la ferrovia c'è. La 131 è vicina, il collegamento col porto esiste,   spostare la stazione ARST e il capolinea dei trasporti urbani non è così complicato. Noi abbiamo forti perplessità perché   riteniamo che la ferrovia, in queste condizioni, sia un muro che impedisce la comunicazione tra la città, quasi tutta quella che è ad ovest della ferrovia e quella parte che si svilupperebbe ad est.   Noi saremmo anche disponibili come UDC a concordare che ci possa essere un polo intermodale laddove è previsto, a una condizione che tutto il meccanismo fosse subordinato non dico alla realizzazione dei lavori, ma quanto meno ad un accordo di programma che impegnasse nel medio periodo le Ferrovie dello Stato a fare determinati tipi di interventi. Non mi illudo sull'abbassamento dei binari, ma a consentire una scorrevolezza di traffico da una parte all'altra credo che sia possibile”.

Le UPA, per Cuccu , sono un altro grande problema: “Su Brugu non è Torangius . Sono tutte e due città consolidate, ma Su Brugu non è Torangius   e non mi pentirò mai abbastanza di non avere sostenuto nell'85 in una delle inutili osservazioni del piano particolareggiato del centro storico prima di arrivare a quella che ha funzionato di non avere sostenuto la tesi sardista di Gigi Sanna sul riconoscimento di Su Brugu come di un altro centro storico. Oggi capisco che Gigi Sanna aveva ragione, perché quello che è stato fatto è uno scempio. Su Brugu è stato saccheggiato e ridotto a pezzi. Allora le UPA, che non sono altro che mini pian particolareggiati , sono indispensabile perché servono a conservare quanto è rimasto, quanto è ancora salvabile di quel quartiere che fa parte della storia di questa città. La storia legata alle UPA non è dissimile dalle zone C che pure devono essere realizzate con piano attuativo . Io dico che probabilmente non solo non bisogna abbassare la dimensione delle UPA per le zone C, ma bisogna affidare l'incarico a progettisti capaci per stabilire delle norme di collegamento che siano di collegamento tra le varie UPA”.

Cuccu ha anche difeso l’idea della zona artigianale lungo la 131, quale vetrina per le nostre attività, capace di realizzare una saldatura del tessuto produttivo di Oristano con quello delle frazioni.

“Sulle frazioni sono assolutamente d'accordo con quanto illustrato nella relazione dell'assessore. Le frazioni sono centri urbani che hanno una propria storia, una propria cultura, che spero che nel tempo si saldi a quello della comunità oristanese , ma che comunque vanno rispettate nella loro identità. La saldatura la dobbiamo fare nei tessuti produttivi, nei servizi di interesse generale”.

Su Torre Grande Cuccu ha condiviso l’impostazione dell’Assessore Uras e si è soffermato sul   progetto Su Mattoni: “I progettisti dicono che a Torre Grande abbiamo una capacità edificatoria di 590.600 metri cubi, che ridotta al 50 per cento, così come deve essere, diventa di 295 mila metri cubi, l'83% (240 mila metri cubi) per la residenza e il 17 % cento per i servizi pubblici. Se si considerano i progetti della SIPSA per un centro salute e quello della Sardabitumi la quantità edificatoria residua sarebbe di 100 mila metri cubi che non è nemmeno sufficiente a realizzare gli insediamenti di quei tipo nei suoi terreni. Non ha molto senso che il Comune di Oristano rinunci alla valorizzazione delle sue proprietà per favorire iniziative di tipo concorrenziale”.

Sul Consorzio Industriale Franco Cuccu ha invitato tutti a far finire “questa sciocca pantonima del Comune contro il Consorzio. Si tratta della segmentazione di due rilevanti interessi di questo territorio. Le varianti al piano regolatore del consorzio che il comune non ha recepito , il comune è obbligato a recepirle. Il vero punto dolente è il centro direzionale. Se il porto di Oristano è un punto franco, è possibile immaginare che ci possa essere un punto franco senza un centro direzionale? Io dico di no”.

Le zone di edilizia economica e popolare, infine, secondo Cuccu è giusto che non siano state inserite nel PUC perché possono nascere indipendentemente dal Piano.

Cuccu ha concluso con un invito alla responsabilità da parte di tutto il Consiglio.

 

È quindi intervenuto Oscar Cherchi (UDS) che ha accolto l’invito di Cuccu , ma ha ricordato la campagna condotta contro il suo partito dopo l’adozione del PUC da parte del Commissario Sbordone : “L’unico partito che invitò il Commissario ad adottare il Piano sulla base degli indirizzi espressi dal Consiglio comunale. Ci fu una feroce critica nei confronti della mia persona e del mio partito. Durante la campagna elettorale ci accusarono di voler portare avanti questo piano perchè avevamo interessi. Questa è la cosa più grave che si possa dire nei confronti di chi fa politica e di chi ha il coraggio di dire la propria posizione”.

Come componente della commissione Urbanistica, Cherchi ha voluto ricordare il lavoro dell’organismo consiliare e difendere il lavoro dei progettisti a cui va attribuito il Piano: “Non è vero che questo è il Piano di Sbordone . Questo piano l' hanno fatto Mario Zonchello , Tonino Fadda e l'ingegner Diaz,   così come gli indirizzi presi in considerazione dai progettisti li ha fatti quel Consiglio Comunale che allora aveva come Sindaco il Dottor Ortu e come assessori all'urbanistica prima l'ingegner Pettinau e poi Francesco Pinna. Io sono sicuro che l'ingegner Zonchello ‚ l'ingegner Fadda n e l'ingegner Diaz siano professionisti seri che non si fanno influenzare da nessuno, se non per quelli che sono gli indirizzi generali che da normalmente il committente”.

Cherchi ha poi ricordato le osservazioni presentate dal collegio dei geometri e la decisione della Commissione urbanistica di affrontare per primo il problema del dimensionamento del piano “dell'incremento demografico di 16 mila abitanti che viene considerato, non soltanto dall'ordine professionale dei geometri ma anche dagli altri, degli architetti, dai dottori agronomi, un dimensionamento eccessivo, spropositato addirittura per la nostra città. 16 mila abitanti per la città di Oristano in dieci anni sono troppi? 16 mila abitanti significa che per ogni nuovo abitante che si insedia in città ci sono 100 metri cubi in più. Peraltro questo è un parametro basso perchè se entriamo nel parametro base ci sono città che hanno approvato un piano urbanistico comunale con 150 metri cubi a persona. Gli ordini professionali ci dicono che è troppo, che questa città è impossibile che in dieci anni possa espandersi di 16 mila abitanti. Certo che è impossibile che ci sia una espansione di 16 mila abitanti perché non abbiamo la sicurezza che tutte quelle zone verranno realmente realizzate, però dobbiamo avere una base di partenza e dire che per poter arrivare a quelle zone di espansione la città deve avere un incremento demografico di 16 mila abitanti. La Commissione Urbanistica propone che questo punto non venga assolutamente approvato in nessuno di tutte quelle osservazioni che sono state presentate, quindi lo respinge a priori. Alcuni ordini professionali addirittura ritengono che fosse addirittura sbagliato il sistema di calcolo usato dai progettisti, che però non è stato fatto dai progettisti, ma si sono avvalsi da professori universitari che hanno predisposto la giustificazione del perchè Oristano possa arrivare a 16 mila abitanti. Quindi credo che quell' impianto sia un impianto accettabile, sia un impianto che ha   una sua ragione che abbia una pianificazione con una logica ”.

Sul fatto che i progettisti abbiano usato il compasso Cherchi si è detto sorpreso “Cosa c'è di strano? Un progettista usa il compasso e la squadra. Non c'è niente di assurdo e di particolare, perchè nell'utilizzare il compasso c'è anche la logica di poter permettere di superare quelle che sono le barriere naturali della città come il fiume”.

“Un altro aspetto che la commissione ha esaminato è quello delle previsioni per la zona di Su Brugu – ha detto Cherchi -. Le sottozone   BR e BC nella previsione di questo piano non permettono l' edificabilità diretta. Che cosa significhi è molto semplice: se sono proprietario di un'abitazione nella zona di su brugu non posso farle lavori di ampliamento o sopralevazione perchè mi devo mettere d'accordo col vicino, individuare tutto il comparto. È giusto che i comparti di studio vengano accorpati e vengano studiati soprattutto in zone di interesse particolare come Su Brugu e vengano studiati tutti insieme. Però occorre mettersi nei panni dei piccoli proprietari che non può permettersi di aspettare o attendere che con il vicino ci si possa mettere d'accordo. Anche in questo caso la Commissione urbanistica ha pensato di proporre al Consiglio Comunale l'eliminazione di queste sottozone che hanno una regolamentazione differente rispetto ad altre zone B e di chiedere a questo Consiglio Comunale di accogliere quelle osservazioni, di limitare tutti quei vincoli e ripristinare quelle aree così come erano individuate nel vecchio piano regolatore, cioè zone B1, B2 e B3, ognuna con capacità edificatoria di tre metri cubi a metro quadro”.

“Per quanto riguarda le zone G, i progettisti hanno previsto per quanto riguarda le zone di espansione delle UPA che sono dei comparti con una dimensione di quattro ettari dove all'interno, con un piano di lottizzazione, si realizza l'espansione e lo sviluppo residenziale della città. L'ordine dei geometri ed anche gli altri hanno posto un problema sulla dimensione dei quattro ettari: come è possibile realizzare 4 ettari di espansione residenziale nella zona di Sa Rodia quando ci sono lotti con una marea di proprietari? La proposta della Commissione è di ridurre ad un ettaro questa dimensione”.

Sugli errori contenuti nel PUC, Cherchi ha giustificato i progettisti con i tempi stretti di realizzazioni a cui furono costretti dal Commissario “ad esempio quello della circonvallazione e quello dell’Hotel del Sole e del Ristorante Acquamarina che sono diventati zone destinate all’abitazione e devono tornare alla loro precedente destinazione del vecchio piano regolatore”.

Sul polo intermodale Cherchi ha sostenuto che “per logica, senza indirizzo politico, senza necessità di essere suggeriti da nessuno, i tre progettisti hanno pensato di posizionare il polo intermodale che ha uno scambio di vettori merci piuttosto che di persone. In realtà prevede anche la realizzazione di un centro direzionale, cioè lo scambio deve essere realizzato attraverso la realizzazione di una certa struttura, se per• poi noi andiamo a vedere le carte del nostro piano particolareggiato il polo intermodale non è inserito esattamente in questa l'area. Per logica progettuale è normale che lo scambio avvenga dietro la stazione. La ferrovia non è un muro invalicabile, si possono trovare accordi con le ferrovie per realizzare dei sottopassi. Il problema del polo intermodale non esiste”.

Per le zone agricole Cherchi ha invitato a rispettare il Decreto Floris che prevede dei parametri e degli indici di edificabilità massimi: per le residenze il massimo delle zone agricole 0,03 metri cubi a metro quadro. “ A Oristano è stato invece previsto 0,01. Perché ? Siamo diversi dal resto della Sardegna?   La Commissione ha previsto un ripristino di quelli che sono gli indici del vecchio piano regolatore, per le residenze 0,03 metri cubi e per i fabbricati rurali fino a un massimo di 0,2”.

Sul progetto di Su Mattoni il consigliere dell’UDS ha spiegato che l’iniziativa sorge in una zona G, considerata di servizi, e quindi non rientra nel ridimensionamento volumetrico dell'intera città e tanto meno in quella delle zone F turistiche della borgata marina di Torre Grande.

Cherchi ha condiviso la valutazione di Franco Cuccu sulle aree di edilizia economica popolare per la cui realizzazione si possono attivare canali diversi dal PUC.

“Per quanto riguarda l'aspetto politico non possono non sottolineare che si sono persi due anni e mezzo prima di parlare del piano urbanistico comunale – ha detto Cherchi -. Devo dare atto all'Assessore Uras di essere riuscito a portare in aula il PUC in un mese e mezzo. Però che si chieda alla minoranza un appoggio o un aiuto perché questo piano debba essere approvato non credo che sia corretto. La maggioranza deve essere la maggioranza. È vero che prima si potevano fare e si sono fatti gli accordi tra Democrazia Cristiana e Comunisti, ma allora le maggioranze si formavano all'interno del Consiglio Comunale e se oggi fosse ancora così il Sindaco forse sarebbe un’altra persona eletta dal Consiglio. La minoranza, oggi, può solo ed esclusivamente avvallare le vostre proposte che condivide, criticare e non accettare quelle che non riteniamo e non riterremmo corrette”.

 

Dopo l’intervento di Oscar Cherchi, il Presidente del Consiglio comunale Tore Giorico ha aggiornato la seduta a giovedì prossimo.

 

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Ultimo aggiornamento

23/03/2022, 09:31