Consiglio comunale - Il saluto dell'Arcivescovo Ignazio Sanna durante la visita istituzionale

+ Ignazio Sanna, Arcivescovo Saluto al Consiglio Comunale di Oristano Signor Presidente, Signor Sindaco, Signori Assessori, Signori Consiglieri, ho accolto con particolare soddisfazione l’invito

Data:
04 marzo 2009

+ Ignazio Sanna, Arcivescovo

Saluto al Consiglio Comunale di Oristano



Signor Presidente, Signor Sindaco, Signori Assessori, Signori Consiglieri,

ho accolto con particolare soddisfazione l’invito a portare un saluto al Consiglio Comunale di questa città, che, ogni giorno che passa, sento sempre più mia. I miei dati anagrafici sono ad Orune, il mio cuore è ad Oristano. Sento ormai come mie le emozioni nei momenti esaltanti della città, e sento anche come mio il dolore per gli eventi che ne sfigurano il volto di città pacifica e ospitale. Questa sera, nell’ambito della mia visita pastorale alle parrocchie della città, sono felice di portare in questa nobile sede di democrazia e di partecipazione un saluto di amicizia e di solidarietà. Il Consiglio Comunale è il cuore della promozione del bene comune, il luogo dove arriva l’eco delle attese e dei bisogni dei cittadini, la sede dove si difendono le giuste aspirazioni ad una vita di libertà e di prosperità. La distanza dell’Arcivescovado dal Palazzo degli Scolopi non è molto lunga e ci permette perciò di condividere speranze e preoccupazioni dei cittadini, di contribuire a difendere quella particolare dignità che le donne e gli uomini di Oristano testimoniano con discrezione pari a tenacia. Tutti desideriamo una città pulita nelle strade, nei muri, nei monumenti; sicura nelle ore del giorno e della notte, nelle case del centro e della periferia; animata dalla cultura, dall’arte, dallo sport. Sappiamo che le finestre della città sono il porto e l’aeroporto. Con voi, allora, sogno un giorno in cui da queste finestre sia possibile allargare gli orizzonti, ridurre le distanze della geografia, allungare quelle della conoscenza di altri popoli e di altre culture. la visita dell'arcivescovo sanna in consiglio comunale

E’ indubbio che la comunità nazionale stia attraversando un tempo di grave crisi economica, ma che è connessa a quella strutturale, culturale e di valori. La difficile situazione, che va interessando l’economia mondiale, porta con sé dappertutto inevitabili ricadute, ed investe quindi anche la città di Oristano. Dinanzi ad una sfida così ardua deve essere concorde la volontà di reagire, superando le divisioni e concertando strategie affrontare le emergenze dell’oggi e disegnare un organico progetto per il domani. Nei momenti difficili della loro storia, i cittadini di Oristano sanno ritrovare coraggio e unità di intenti, sotto la guida di amministratori capaci, la cui fondamentale preoccupazione sia il bene di tutti.

Cari amici, vorrei assicurarvi, con le parole di Benedetto XVI agli amministratori locali, che l’attività della comunità ecclesiale non chiede né vanta privilegi, ma desidera che la propria missione spirituale e sociale continui a trovare apprezzamento e cooperazione. I cristiani si sentono stimolati ad una viva testimonianza evangelica e ad una solerte azione di promozione umana, in maniera speciale oggi, davanti alle difficoltà che ci chiedono di fare fronte comune. A questo riguardo, sebbene la Caritas diocesana, le comunità parrocchiali e le associazioni cattoliche non si risparmino nel prestare aiuto a quanti sono nel bisogno, diventa indispensabile una sinergia fra tutte le Istituzioni per offrire risposte concrete alle crescenti necessità della gente. Penso qui alle famiglie, soprattutto a quelle con figli piccoli che hanno diritto a un avvenire sereno, e agli anziani, molti dei quali vivono in solitudine e condizioni disagiate; penso all’emergenza abitativa, alla carenza di lavoro e alla disoccupazione giovanile.

La comunità ecclesiale è pronta a dare il suo apporto stimolando la riflessione e formando le coscienze dei fedeli e di tutti i cittadini di buona volontà. Forse mai come oggi la società civile comprende che soltanto con stili di vita ispirati alla sobrietà, alla solidarietà ed alla responsabilità, è possibile costruire una società più giusta e un futuro migliore per tutti. E’ parte del loro dovere istituzionale che i pubblici poteri garantiscano a tutti gli abitanti i propri diritti, tenendo in considerazione che siano chiaramente definiti e realmente attuati i doveri di ciascuno. Ecco perché priorità inderogabile è la formazione al rispetto delle norme, all’assunzione delle proprie responsabilità, a una impostazione di vita che riduca l’individualismo e la difesa degli interessi di parte per tendere insieme al bene di tutti, avendo particolarmente a cuore le attese dei soggetti più deboli della popolazione, non considerati un peso, bensì una risorsa da valorizzare.

Come non pensare specialmente ai ragazzi e ai giovani, che sono il nostro avvenire? Non posso non condividere la vostra preoccupazione nel vedere l’affievolimento, specie tra le giovani generazioni, dei valori naturali e cristiani che danno significato al vivere quotidiano e formano ad una visione della vita aperta alla speranza. Vedo emergere desideri effimeri e attese non durature, che alla fine generano noia e fallimenti. Tutto ciò ha come esito nefasto l’affermarsi di tendenze a banalizzare il valore della stessa vita per rifugiarsi nella trasgressione, nella droga e nell’alcool, diventati per taluni rito abitudinario del fine settimana. Persino l’amore rischia di ridursi ad "una semplice cosa che si può comprare e vendere." Davanti al nichilismo che pervade in maniera crescente il mondo giovanile, siamo tutti invitati a dedicarci seriamente ai giovani, a non lasciarli in balìa di se stessi ed esposti alla scuola di "cattivi maestri", ma ad impegnarli in iniziative serie, che permettano loro di comprendere il valore della vita, dell’amicizia, della fatica, della disciplina.

Nelle mie visite alle scuole della città, dove si formano i cittadini di domani, ho trovato una grande domanda di futuro. Voi, cari amici, avete il delicato compito di difendere questo futuro con l’intelligenza della vostra azione politica. Antonio Gramsci ha detto un giorno: “Istruitevi, abbiamo bisogno della nostra intelligenza”; Eleonora D’Arborea ha promulgato uno dei primi esempi al mondo di costituzione. Nella fedeltà a questi ideali di istruzione e di diritto troviamo la garanzia per un futuro di libertà e di giustizia. Ricordiamoci che un cattivo cittadino di oggi è uno studente ineducato di ieri. L’ignoranza è la porta della schiavitù della moda, dei luoghi comuni, delle ideologie di chi ha più forza ma non più ragione. L’istruzione, al contrario, è la base della libertà. Se vogliamo uomini liberi dobbiamo investire nell’istruzione e nella formazione.

Illustri Signori e gentili Signore! Il compito affidatovi dai cittadini non è facile: voi dovete misurarvi con numerose e complesse situazioni che necessitano, sempre più spesso, di interventi e decisioni non semplici e talora impopolari. Vi sia di stimolo e conforto la consapevolezza che, mentre rendete un servizio importante alla società di oggi, contribuite a costruire un mondo più giusto per le nuove generazioni. Che Dio vi illumini e vi renda sempre onesti servitori del bene comune.

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Ultimo aggiornamento

23/03/2022, 09:32