Consiglio comunale - L'Assessore regionale agli enti locali in aula detta i tempi per il nuovo PUC di Oristano
Il Comune di Oristano ha 12 mesi di tempo per adeguare il PUC al Piano paesaggistico regionale, ma lo strumento urbanistico approvato dal Comune non dovrebbe essere revocato. L’indicazione è arrivata
Data:
25 ottobre 2006
Il Comune di Oristano ha 12 mesi di tempo per adeguare il PUC al Piano
paesaggistico regionale, ma lo strumento urbanistico approvato dal Comune non
dovrebbe essere revocato.
L’indicazione è arrivata dall’Assessore regionale
agli Enti locali Gianvalerio Sanna che ieri sera, su invito del Sindaco Barberio
e dall’Assessore comunale all’Urbanistica Giuliano Uras, ha partecipato alla
seduta del consiglio comunale convocata per esaminare la implicazioni del nuovo
PRP sul piano urbanistico comunale.
Numerosi i motivi di riflessione offerti prima dalla relazione dell’Assessore
Uras e poi dall’intervento dell’Assessore Sanna. Primo fra tutti quello relativo
ai tempi di adeguamento dei piani urbanistici comunali alla nuova normativa
regionale: 12 mesi. Pochi per l’Assessore Uras che non trascura le difficoltà
che il Comune potrebbe incontrare nel concludere l’iter in un solo anno. “Se si
superano i termini – ha però precisato Sanna – si applicano i poteri sostitutivi
e i PUC li fa la Regione”.
Eventuali proroghe potrebbero spostare la scadenza
sino a 14 mesi, ma i tempi per le amministrazioni locali sono stretti e per
questo motivo “la Regione è pronta a sostenere gli sforzi di quei comuni che
vorranno lavorare all’adeguamento dei piani”.
Un’indicazione importante, un invito a non disperdere il lavoro fatto sinora,
Sanna l’ha data anche sul PUC di Oristano “che non parte da zero, ma è arrivato
a un livello di definizione al punto di essere adottato”. Quasi una risposta
all’Assessore Uras che in precedenza aveva spiegato che “il PUC ha delle
intuizioni giuste e sarebbe un errore revocarlo”.
La strada corretta sarebbe
quindi quella di un riesame del documento urbanistico comunale alla luce delle
nuove norme regionali per giungere alla sua approvazione definitiva entro la
prossima estate.
Le tematiche principali da affrontare le ha indicate lo stesso
Sanna.
Sulle aree di espansione residenziale l’Assessore
regionale ha spiegato che tutti i modelli statistici indicano che nel 2040 la
Sardegna avrà un numero di abitanti inferiore di 400 mila unità rispetto a oggi.
La strategia regionale in atto mira a recuperare il patrimonio edilizio
esistente considerando che il numero delle case non abitate è particolarmente
elevato.
Sul costo delle abitazioni Sanna ha proposto una
riflessione: “In primo luogo occorrerebbe contingentare le zone C e poi
individuare un deterrente all’aumento dei costi perché bisogna ritornare a una
cosa apparentemente impopolare, ma dai connotati finalizzati alla tutela dei
ceti meno abbienti, con i Comuni che individuano le aree pubbliche, e attraverso
gli espropri e la realizzazione delle le urbanizzazioni, soddisfino il fabbisogno
abitativo potendo contenere i costi”.
Sulle fasce costiere
l’Assessore Sanna ha spiegato che le norme consentono di riqualificare le aree
dove esistono insediamenti produttivi. È il caso di Torre Grande con la SIPSA e
la Sardabitumi che potrebbero lasciare spazio a insediamenti di tipo turistico.
Sempre per Torre Grande Sanna ha lanciato al Consiglio comunale una
provocazione: “Chi ha detto che le zone C devono stare a Oristano e non a Torre
Grande? Si possono trasformare le doppie case in strutture ricettive, i campeggi
in alberghi, prevedere dei comparti, eliminare gli abusi e realizzare nuovi
servizi. Se c'è un'evidente compensazione paesaggistica che viene portata dentro
questa ristrutturazione, noi siamo disposti a concedere, rispetto alle
volumetrie di comparto un 25% perché ci si doti di tutte quelle infrastrutture
che il mercato turistico richiede. Mi sembra che ci sia necessità di posti
letto, ma questa è una riflessione che spetta al Consiglio comunale, però una
località turistica non può fare a meno di posti letto”.
Sulle
spiagge, ha proseguito Sanna, occorrerà prevedere Piani per
l’utilizzo dei litorali e andrà ridotto il carico antropico: le automobili
dovranno rimanere lontane e dovranno essere realizzate isole pedonali.
Sulle
campagne Sanna ha spiegato che le nuove norme tutelano le
attività agricole, evitando che il territorio sia utilizzato per seconde case
che non hanno una stretta connessione con l’attività agricola.
Ultimo aggiornamento
23/03/2022, 09:31
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