Museo dei Fenici - Il progetto nasce a Oristano per servire la città e il territorio

Intervento Mi duole constatare come, ancora una volta, il nostro territorio non riesca a trovare una posizione comune su un progetto che tutti, a parole, sostengono, ma che in pochi, fino a questo

Data:
06 settembre 2005

Intervento

Mi duole constatare come, ancora una volta, il nostro territorio non riesca a trovare una posizione comune su un progetto che tutti, a parole, sostengono, ma che in pochi, fino a questo momento hanno sostenuto con i fatti.
Faccio riferimento alle polemiche che accompagnano in queste settimane la proposta per l’istituzione del Museo della civiltà fenicia della Sardegna e che sembrano non tenere conto del lavoro condotto nel corso degli ultimi mesi dalla città di Oristano, attraverso le sue componenti istituzionali, scientifiche e politiche.
Un lavoro che ha avuto come risultato la delibera della Giunta Regionale (36/5 26 Luglio 2005 - Sistema Regionale dei Musei. Piano di Razionalizzazione e di sviluppo) in cui si incontrano sinergicamente la volontà della Regione, del Comune e della Provincia di Oristano, sulla base della proposta presentata alle due Amministrazioni dal Direttore Generale del Consorzio UNO Eugenio Aymerich.
L’aver accolto l’idea, incoraggiato l’azione progettuale e sostenuto la richiesta politica basterebbe per rivendicare alla città capoluogo l’assegnazione della sede del Museo. Ma credo che Oristano abbia anche una storia, intimamente legata all'archeologia e alla museografia pubblica, che qualcuno sembra voglia considerare passata invano.
Mi piace ricordare il mio predecessore Paolo Lugas che, nel 1938 e nel 1939, erogò 20 mila Lire agli eredi Pischedda per l'acquisto della più vasta raccolta archeologica privata della Sardegna. Una decisione motivata con la convinzione che Oristano “è la diretta discendente della scomparsa Città di Tharros ed ha il dovere morale di serbare e conservare le preziose memorie della Grande progenitrice, atte a testimoniare il suo grado di civiltà, ben superiore a quello raggiunto dalla stessa Cartagine”.
Nasceva così, nel 1938, l'ANTIQVARIVM ARBORENSE, il terzo Museo archeologico della Sardegna che, oggi, poniamo alla base del Museo della civiltà fenicia della Sardegna.
Oristano, dunque, ha non solo il diritto di chiedere la sede del Museo dei Fenici, ma anche il dovere di farlo per la sua storia, per la centralità geografica e politica e in ossequio alla sua funzione di città capoluogo.
Vorrei, senza spirito polemico, porre una domanda: dove erano i rappresentanti delle altre comunità quando noi davamo corpo alla rivendicazione del territorio per il Museo dei Fenici? Una conquista di Oristano è una conquista del territorio e noi in questo senso ci siamo mossi. Sarebbe un atteggiamento quantomeno colpevole se dopo tutto il lavoro svolto ci facessimo da parte senza difendere i diritti della città.
Questo, sia ben chiaro, non significa annullare gli sforzi intellettuali e materiali delle comunità di Cabras, Santa Giusta, Carbonia, Sant'Antioco, e, continuando, di San Vero Milis, Pula, Santadi, Senorbì e di tanti altri Musei della Sardegna, oltre beninteso dei Musei Archeologici Nazionali di Cagliari e di Sassari che racchiudono preziosissime testimonianze della civiltà fenicia e punica in Sardegna.
Sono convinto che il nuovo museo dovrà vivere in un rapporto vitale con tutte le realtà interessate storicamente dalla presenza dei fenici e non solo sarde.
Questa rete potrà essere istituita e resa vitale con l'impegno di tutte le istituzioni museali e accademiche che parteciperanno all'impresa e dovrà disporre, in primo luogo, di quelle collezioni permanenti che costituiscono il primo requisito delle linee-guida elaborate dalla Regione in sintonia con le disposizione ministeriali sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei Musei. È ovvio che queste collezioni permanenti potranno essere in primis quelle di proprietà del Comune di Oristano e della Provincia di Oristano, ma anche quelle pertinenti al patrimonio indisponibile dello Stato che ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e per esso la Direzione Regionale e le Soprintendenze competenti (il cui ruolo è e rimarrà centrale) potranno destinare in originale o in copia.
Inoltre, il nuovo Museo non potrà prescindere da un raccordo con l’università e in questo senso siamo favoriti dalla presenza dei corsi di Laurea in Restauro e Conservazioni dei Beni Culturali e in Archeologia subacquea.
Concludo con un auspicio: che la Conferenza di servizio sul sistema museale provinciale, voluta dal Comune e dalla Provincia per il 12 Settembre, riesca a produrre un confronto capace di rendere concreto un progetto che vuole essere un valore aggiunto per l'intera Sardegna.

Antonio Barberio
Sindaco di Oristano

 

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Ultimo aggiornamento

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