PUC - Il Consiglio comunale respinge la richiesta di revoca della delibera di adozione del Piano

Niente revoca per la delibera commissariale di adozione del PUC di Oristano. Lo ha deciso ieri sera il Consiglio comunale al termine di due giorni di discussione. Ieri sera il primo a intervenire

Data:
06 settembre 2003

Niente revoca per la delibera commissariale di adozione del PUC di Oristano. Lo ha deciso ieri sera il Consiglio comunale al termine di due giorni di discussione.

Ieri sera il primo a intervenire è stato il consigliere del PPS Ignazio Madeddu che si è detto convinto del fatto che il Commissario abbia forzato "ma rimango del parere che la soluzione sia quella di modificarlo anche in maniera incisiva con l'aiuto delle osservazioni dei cittadini. Revocare il Piano richiederebbe tempi più lunghi mentre Oristano ha urgenza. Le norme di salvaguardia rallentano l'edilizia, il vecchio PRG ha esaurito il suo compito e facendo lievitare i costi tanto da scoraggiare a costruire. Questo ha bloccato il comparto edile. Ecco perché occorre accelerare i tempi".

Pietro Arca (Per Oristano) ha invitato a riflettere sulle tante critiche che stanno accompagnando questo PUC: "Non si può trascurare che 34 associazioni si sono riunite e tutte insieme ne hanno chiesto la revoca". Arca ha quindi lanciato una proposta: "La minoranza è pronta a ritirare la mozione, però il Sindaco deve essere pronto a convocare velocemente il Consiglio comunale con due punti all’ordine del giorno: revoca della delibera di adozione del PUC e discussione del Piano urbanistico comunale". La proposta è stata poi respinta dal Sindaco Barberio.

Il capogruppo di AN Antonio Leoni ha ribattuto alle accuse della minoranza ed ha smentito che la maggioranza si sia voluta sottrarre al confronto sul PUC: "Se fosse stato così ci sarebbe bastato sollevare una pregiudiziale, ricordare che a breve il Capo dello Stato si pronuncerà sul ricorso presentato dalle associazioni di categoria e far saltare questa discussione. Non è vero neanche che la maggioranza sin dalla campagna elettorale disse che il PUC sarebbe stato revocato. Dicemmo che avremmo rivisto le delibere del Commissario. Del resto non potevamo dirlo perché non conoscevamo il Piano nel merito".

Secondo Antonio Scanu (PPS) è evidente che questo piano, così com’è, non piace a nessuno, ma le sedi dove migliorarlo, aprirlo alle osservazioni dei cittadini è la Commissione urbanistica, in questo prima fase, e il Consiglio comunale successivamente: "La mozione della minoranza è inopportuna perché, come sostiene la stessa minoranza, entro fine mese arriverà la decisione del Capo dello Stato".

Alessandro Usai (Per Oristano) ha chiesto la revoca della delibera del Commissario, che il Piano venga restituito ai cittadini.

Sergio Locci (UDC) ha invitato ad analizzare il PUC nel merito, a confrontarsi sui reali problemi del piano senza perdersi nei giochi di parte che non fanno il bene della città e rallentano un iter che è già stato abbastanza lungo.

Secondo Giuseppe Vacca (Riformatori) ha apprezzato il dibattito che ha consentito al Consiglio comunale di confrontarsi. Sulla revoca secondo il capogruppo dei Riformatori se realmente ci sono dei vizi nella delibera del Commissario saranno il Capo dello Stato o il Consiglio di Stato a revocarla. Sui contenuti, invece, Vacca ha ricordato l’importanza del Piano e ricordato che se in dodici anni di gestazione la concertazione è mancata non è certo colpa di questa amministrazione.

Mario Musinu (Forza Italia) ha evidenziato come il Piano non piaccia a gran parte dei consiglieri, non piaccia alle associazioni, non piaccia ai cittadini perché, ad esempio, introduce vincoli troppo stretti per Su Brugu, riduce le cubature in zona agricola, non favorisce le giovani coppie: "La revoca però non è il toccasana. Questo Consiglio ha appena ricevuto un mandato amministrativo e deve adempiere ai compiti per i quali è stato eletto".

L’ex Assessore all’Urbanistica Francesco Pinna (UDR) si è detto contrario alla revoca e ha ricordato che il Commissario ha adottato il piano dopo averci lavorato per mesi e "non in uno o due giorni come sostiene qualcuno". Pinna ha anche ricordato che nel corso di un incontro con il Commissario gli presentò la situazione, ricordandogli le tappe del piano compresa quella degli indirizzi approvati dal Consiglio comunale "gli dissi anche che se si fosse attenuto a quegli indirizzi non ci sarebbe stato alcun problema nell’adozione del piano. Purtroppo non ha tenuto di tutti gli indirizzi del Consiglio. A chi dice che ci ha voluto dare uno schiaffo rispondo che forse ce lo siamo meritati visto il tempo perso per il PUC".

L’ultimo intervento prima delle dichiarazioni di voto è stato quello del Sindaco Antonio Barberio: "La linea di condotta che ci ha contraddistinto in ordine al PUC ha sempre privilegiato il rispetto della volontà del Consiglio Comunale ed attraverso il consiglio quella dei cittadini ai quali Š stata concessa la possibilità di esprimere le osservazioni, questo e solo questo è il tracciato inteso e che intendiamo rispettare".

"La maggioranza – ha detto Barberio - è stata accusata di celare il PUC alla città, è stato scritto sui muri, detto al microfono dei mezzi di informazione. Ma questo non è vero. Io so di potere mai dire che non ho mai interferito nel PUC perché fossero il consiglio e la commissione ad occuparsene. Ho ritenuto che essendo una eredità lasciatici da altri dovessimo prima di tutto conoscere e approfondire il problema servendoci di pareri di tecnici circostanziali e superpartes. Così mi pare opportuno consentire al consiglio di raccogliere, in sede di commissione, tutte le informazioni necessarie al fine di decidere sulla revoca, la modifica o l’accoglimento. Questa giunta farà di tutto perchè‚ ogni strumento venga messo a disposizione del consiglio per una decisione, la più vicina alla necessità della città al fine di uno sviluppo il più armonico possibile. Comunque, in questa fase, una revoca non farebbe altro che allungare ulteriormente i tempi del PUC".

La mozione è stata respinta con i voti della maggioranza più quelli del gruppo dell’UDR. A favore della revoca si sono espressi gli altri gruppi di minoranza e il consigliere del PPS Tonino Falconi.

Il Consiglio ha quindi respinto a maggioranza la mozione urgente dell’UDR sul problema dell'appalto del verde pubblico e il mantenimento della continuità lavorativa.

La mozione è stata illustrata da Oscar Cherchi dell’UDR che ha spiegato che il problema è ancora d’attualità nonostante la parziale soluzione delle scorse settimane: "Voglio sottolineare le gravi manchevolezze di questa amministrazione in fatto di programmazione. Da tanto aspettiamo il rinnovo di due appalti (verde e parcheggi) che pure erano pronti a partire quando questa Giunta si è insediata. Non solo, un mese fa si è corso il rischio di lasciare a casa, senza lavoro, quindici lavoratori addetti al servizio di manutenzione del verde pubblico".

Cherchi ha dunque chiesto che entro il 30 settembre vengano banditi i due appalti e che i relativi bandi contengano le clausole di salvaguardia per i lavoratori.

Nel dibattito sono intervenuti Peppino Marras (Margherita), Guido Tendas e Claudio Atzori (DS), Linalba Ibba (PsdAz), Mimmo Serusi (SDI).

L’Assessore Mariano Biddau ha risposto alle critiche della minoranza ricordando che nel 1997 i lavoratori del verde rimasero a casa per ben 43 giorni: "Voi ci accusate di avere lasciato per 15 giorni a casa i lavoratori del verde pubblico quando nel 97 restarono a casa per ben 43 giorni e le sorti non erano quelle di oggi". Biddau ha ricordato l’impegno profuso dalla Giunta e dagli uffici per far partire gli appalti e soprattutto per salvaguardare i posti di lavoro nei limiti imposti dalle norme.

La seduta è stata quindi aggiornata a martedì prossimo.

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Ultimo aggiornamento

23/03/2022, 09:31