Spettacolo - Il 1° Ottobre nella Chiesa di San Francesco il concerto del Coro Gregoriano Mediae Aetatis Sodalicium

Lunedì 1 Ottobre alle ore 21,00, presso la Chiesa di San Francesco di Oristano, in collaborazione con l’ ISTAR e con il patrocinio del Comune di Oristano , Fondazione Banco di Sardegna

Data:
28 settembre 2007

Lunedì 1 Ottobre alle ore 21,00, presso la Chiesa di San Francesco di Oristano, in collaborazione con l’ISTAR e con il patrocinio del Comune di Oristano, Fondazione Banco di Sardegna, Ministero per i Beni e le Attività culturali, Provincia di Oristano e Regione Autonoma della Sardegna, si terrà il concerto “Beata gens” del Coro gregoriano Mediae Aetatis Sodalicium.

 

Ingresso libero

Direttore Nino Albarosa
 

Il Coro Gregoriano Mediae Aetatis Sodalicium, con sede a Bologna, è sorto nel 1991 dall’Associazione omonima.

Composto di sole voci femminili ambisce collegarsi, per concezione e stile, all’insegnamento di Dom Eugène Cardine, il grande gregorianista di Solesmes (Francia), professore per lunghi anni presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, cui va il merito storico di avere fondato ed elaborato, sotto il nome di “Semiologia Gregoriana”, rivoluzionari criteri di indagine musicale ed interpretativa sulle antiche notazioni gregoriane.

Il repertorio del coro esplora i grandi tempi dell’anno liturgico: dall’Avvento, alla Natività, alla Quaresima, alla Pasqua. Vengono predilette tutte le forme del Proprio e dell’Ufficio, a cominciare dalla salmodia semplice, vero asse originario della musica liturgica.

Dal 1992 svolge regolare attività concertistica in Italia e all’estero.

Nel 1997 è risultato vincitore del Torneo Internazionale di Musica, e nel 2005 vincitore al 53° Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo” per la categoria “Canto monodico cristiano”.

Ha inciso per le etichette discografiche Calig, Audiovisivi San Paolo e Stradivarius.

Nino Albarosa, già professore ordinario di Paleografia e Semiologia Gregoriana all’Università degli Studi di Udine e già professore di Canto Gregoriano al Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma, coltiva fra i suoi interessi di ricercatore soprattutto quelli sulla musica e sulle notazioni monodiche medievali, che ha appreso dal magistero di Dom Eugène Cardine, assieme agli specifici principi dell’interpretazione cantata.

Due volte presidente della Società Italiana di Musicologia. Membro fondatore e segretario per lunghi anni dell’Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano, di cui presiede attualmente le sezione italiana.

Ha fondato e diretto fino al 2000 la rivista scientifica “Studi Gregoriani”. Insegna il canto gregoriano in numerosi corsi nazionali e internazionali e dirige fin dalla fondazione il coro Mediae Aetatis Sodalicium.

 
coriste

Roberta Binotti, Cristina Bonello, Anna Pia Capurso, Bruna Caruso, Carla Cesari, Dina Cucchiaro, Francesca Provezza*, Anna Maria Rais*  

*solista

Il concerto prevede brani di tre repertori monodici: romano (o antico-romano), milanese (o ambrosiano), gregoriano. Si tratta di repertori con stili propri ma certamente spesso connessi: il gregoriano con il romano, il milanese con il gregoriano, pur se queste affermazioni vanno inquadrate nella concreta problematicità storica.

L’inizio del programma vede tre brani milanesi: una breve psallenda, tipico canto dell’Ufficio milanese per le processioni, nel nostro caso un versetto seguito dal Gloria Patri e ripetuto dopo di esso. Brano che si presenta scarno (“Chi osserva le mie parole, non conoscerà mai la morte”), ma riccamente suggestivo.

Ad esso segue lo psalmellus Haec dies, del giorno di Pasqua. Corrisponde al responsorio graduale gregoriano, un canto quindi fra le letture di robusta struttura, nel quale il coro canta la prima parte, che viene ripetuta dopo il versetto, ricco di passaggi melismatici e affidato al solista. Costituisce l’esaltazione della grande festa, con l’esortazione alla gioia.

Il terzo brano dà il quadro netto di quello che può essere un alleluia milanese. Prima e dopo il versetto, pur ricco di melismi, ma soprattutto dopo, il coro si esprime in un lunghissimo melisma sull’ultima vocale del termine “alleluia”, che mostra pure il sapore virtuosistico entro cui un coro specializzato deve sapersi muovere.

La prima delle due parti gregoriane, che ci riporta al più “usuale” stile appunto gregoriano, è dedicata, dopo il Kyrie ad libitum, vale a dire di libera scelta, a Maria, con brani cavati appunto dal Comune della Madonna: lo splendido graduale, preceduto da una lettura, Audi, filia, con coro e solista chiamati anche qui al “virtuosismo” melismatico; l’alleluia dal bellissimo versetto Ave Maria, il poderoso offertorio sempre sulla preghiera Ave Maria; infine, la celebre sequenza Stabat mater dolorosa, testo amato lungo i secoli, e con musica altrettanto suggestiva.

La parte successiva vede due brani del repertorio romano in onore di s.Agata: l’introito Gaudeamus, che influenzerà nella composizione il più tardivo introito gregoriano dallo stesso testo,e l’alleluia, il cui melisma, dopo l’enunciazione e prima della ripetizione, viene dapprima “tropato”, vale a dire farcito nota dopo nota di un testo, e poi ancora ripreso nel versetto dopo una novità nella prima parte.

Chiude il concerto la seconda parte gregoriana con brani dedicati ai santi e alle sante: l’inno Iesu, corona virginum, l’offertorio Desiderium, di grande bellezza e finezza, con i santi premiati con corona di pietra preziosa; il canto di comunione Quinque prudentes virgines, che si rifà alla parabola delle vergini sagge; e il graduale Beata gens, che dichiara beato il popolo del quale il Signore è il Dio, il popolo che il Signore ha eletto quale Sua eredità!

 

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Ultimo aggiornamento

23/03/2022, 09:31