Consiglio comunale - L'intervento conclusivo dell'Assessore Giuliano Uras sul PUC
Il 10 settembre del 2004 ho ricevuto dal Sindaco la delega al Piano Urbanistico Comunale e mi sono trovato, come voi tutti sapete, davanti ad una situazione abbastanza complessa. Infatti, da
Data:
29 aprile 2005
Il 10 settembre del 2004 ho ricevuto dal Sindaco la delega al Piano
Urbanistico Comunale e mi sono trovato, come voi tutti sapete, davanti ad una
situazione abbastanza complessa. Infatti, da 2 anni e mezzo il tema del PUC non
era stato più affrontato se non per respingere la richiesta di revoca.
Dopo
un mese di studio e diversi contatti con tutti i gruppi consiliari presenti in
aula ho intrapreso una discussione generale tesa a trattare le problematiche
fondamentali annesse al Piano stesso.
L’individuazione delle problematiche è
scaturita non solo dall’analisi delle principali osservazioni presentate da
enti, organismi, associazioni ed ordini professionali, ma anche dal dialogo con
i consiglieri comunali e loro gruppi politici.
In aula - dai primi di
novembre a metà dicembre (per un mese e mezzo quindi) - si sono susseguiti 28
interventi che hanno coinvolto tutti i gruppi politici presenti in
Consiglio.
Voglio ringraziare tutti i consiglieri che sono intervenuti, e che
hanno contribuito fattivamente all’analisi delle problematiche di questo
Piano.
Già nella mia relazione preliminare ho rimarcato il fatto che ciascuno
di noi aveva in mente un proprio piano urbanistico e mi sono proposto di
utilizzare la mediazione politica, lo studio e l’approfondimento per trovare,
mediandole con le norme di legge riguardanti la materia, una soluzione che pur
non rispondendo alle aspirazioni dei singoli conducesse ad una soluzione valida
e omogenea per correggere e migliorare le linee di intervento contenute nel
Piano Sbordone.
Dal dibattito tenutosi in aula è emerso che alcuni partiti
dell’opposizione - ma devo dire per fortuna non tutti - si sono pronunciati a
favore della revoca dello strumento ritenendolo del tutto inadeguato alle
esigenze della città.
La maggioranza - democraticamente eletta con il
consenso popolare - aveva una idea profondamente diversa e riteneva in gran
parte valide le previsioni di Piano ipotizzate dai progettisti benché, valutasse
necessarie alcune modifiche e correzioni tendenti a migliorare il piano stesso.
Individuata una prima grande distinzione tra revoca e modifica si è
proceduto all’individuazione di soluzioni più congeniali seguendo le indicazioni
della maggioranza, che pur non identificandosi più con quella istituzionale,
appariva particolarmente ampia.
A tale riguardo, voglio chiarire, che il mio
invito rivolto ai consiglieri di svolgere fino in fondo il loro compito senza
pregiudizi e senza precostituite posizioni di parte era finalizzato ad ottenere
la costituzione di maggioranze più ampie e che sono state definite da me – forse
in modo improprio – trasversali e non era assolutamente una ammissione di
debolezza, né una ricerca di una maggioranza sulla quale poter fare affidamento.
Sono convinto che l’interesse supremo della città, che ci ha eletto, debba
essere sempre al di sopra delle piccolezze e delle divisioni e il mio appello
era rivolto a incoraggiare questa linea di condotta. Ancora oggi, sono convinto
che la città attende, non certo con indifferenza, l’adozione di uno strumento
importante come il Piano Urbanistico.
Su questo punto ritengo assolutamente
necessario chiarire che il PUC non potrà essere la panacea di tutti i mali che
affliggono l’economia della nostra città, come forse molti cittadini, liberi
professionisti, operatori, commercianti e artigiani credono. La sua approvazione
non potrà infatti, risolvere immediatamente lo stato di difficoltà economica in
cui versa il nostro territorio e quindi la città di Oristano, prostrata anche a
causa del blocco dell’edilizia imposto da tre anni dalle norme di salvaguardia.
L’edilizia, nella nostra economia, rappresenta un elemento trainante e ha un
indotto molto ampio.
Le aree edificabili sono ormai di numero ridotto e il
loro prezzo di conseguenza è salito a livelli inaccettabili, ma il piano
regolatore dopo la sua approvazione avrà bisogno di qualche anno prima di poter
entrare a regime con l’immissione nel mercato di nuove aree di espansione
e fungere così da calmiere dei prezzi.
Con questo non voglio dire che il PUC
sia uno strumento inadeguato, ma sento il dovere, anzi NOI abbiamo il dovere, di
essere chiari ed informare la cittadinanza sulle sue vere potenzialità. Esso
rappresenta solo uno degli strumenti che possono concorrere al rilancio
economico della città e non può essere considerato l’UNICO.
L’approvazione
del Piano Urbanistico Comunale ha dovuto affrontare tantissime difficoltà: è
nato con il Commissario Sbordone e ha immediatamente avuto molti detrattori.
Come se non bastasse il partito del governatore della Regione, Renato Soru,
sostiene che esso non passerà il vaglio della Regione e poiché in questo momento
storico è Soru a comandare non è improbabile che riesca a compiere questa
impresa della quale però dovrà risponderà ai cittadini di Oristano e in
particolar modo a quelli che lo hanno sostenuto elettoralmente.
Il compito
della Regione, per legge, è soltanto quello esprimere “un parere di coerenza”,
cioè verificare la rispondenza del Piano Urbanistico cittadino alle norme
regionali e al Piano Paesaggistico Territoriale, l’unico ancora valido in
Sardegna. In nessun caso essa può entrare nella discrezionalità delle scelte
urbanistiche che per loro natura sono politiche.
Gli organi regionali,
potranno rinviare l’approvazione del PUC con tutta una serie di osservazioni e
di rilievi che tuttavia devono essere obbligatoriamente motivati.
A
complicare ulteriormente la situazione, nel momento in cui si predisponeva il
documento di sintesi, è emerso che gran parte delle proprietà
comunali interessate dal nuovo piano urbanistico erano da sempre gravate da uso
civico. L’uso civico, è un diritto imprescrittibile dei cittadini e determina
per il bene su cui insiste una destinazione d’uso che non può essere mutata se
attraverso l’adozione di atti e provvedimenti particolari,
quali:
1. ABLAZIONE DEI DIRITTI DI USO CIVICO: che comporta la
sdemanializzazione delle aree con la procedura prevista dall’art. 18, bis della
l.r. 12/94. Si tratta di una procedura destinata ad areee di ristrette
dimensioni, in quanto determina il completo venir meno dei diritti di uso
civico;
2. TRASFERIMENTO DEI DIRITTI DI USO CIVICO: rappresenta la
migliore tra le possibili alternative, ma deve essere necessariamente applicato
a terreni idonei ad accogliere i diritti di uso civico con le modalità previste
dalla legge regionale;
3. MUTAMENTO DI DESTINAZIONE: tale procedura è
percorribile purchè vengano rispettati i requisiti di legge. In caso di
mutamento di destinazine, inoltre, è necessario tener conto del fatto che i
vantaggi derivanti dal mutamento sono in favore esclusivo degli originari aventi
diritto.
A questo punto mi pare doveroso chiarire in che modo gli usi civici
interferiscano con il Piano.
A Torre Grande, per esempio, tutti i terreni che
dalla destra della torre si estendono fino al porticciolo sono interamente
gravati da usi civici compresa quindi, quella parte della borgata marina
edificata già da tempo e dotata di strade, marciapiedi, illuminazione, acqua e
fogne.
La stessa situazione si ripete anche in città: interi quartieri
residenziali e l’area della cittadella sportiva di Sa Rodia si trovano nella
stessa situazione.
La soluzione è stata avvalorata dal consulto del
funzionario regionale, addetto agli usi civici, che mi ha confermato che la
procedura di valorizzazione degli usi civici è indipendente dall’approvazione
del PUC, è sufficiente infatti studiare, come si sta studiano, un piano di
valorizzazione: questo piano sarà portato in aula quanto prima.
Un altro
elemento che, in questa fase di perfezionamento del PUC interferisce con la sua
approvazione, per fortuna senza creare alcuno stravolgimento, è il PIANO DI
ASSETTO IDROGEOLOGICO varato dalla Regione nel mese di marzo 2005.
Il PAI
interessa il bacino del Tirso e nella relazione descrittiva del PAI si evidenzia
che la golena racchiusa tra gli argini, considerata anche la maggiore capienza
della nuova diga, è sufficiente a contenere le eventuali piene stagionali senza
rischi di alluvione. nello stesso tempo però indica la necessità che la Regione
prosegua con i lavori di manutenzione degli argini a suo tempo avviati.
A
questo punto, del mio intervento, avrei voluto rispondere punto per punto agli
interventi di critica talvolta motivati, ma spesso ingenerosi, che alcuni
consiglieri dell’opposizione hanno avanzato in seno alla discussione generale,
ritengo che ribattere a questo punto equivarrebbe ad innescare sterili polemiche
a danno di temi ben più importanti.
In questi giorni, tuttavia, sui
quotidiani e in altri ambiti (es: conferenza di capi gruppo) si è dato grande
risalto al fatto che tra la discussione generale e l’analisi delle osservazioni
sia intercorso un lasso di tempo troppo ampio. Debbo ammettere che in qualche
mio intervento con la stampa, in particolare nelle fasi iniziali del lavoro,
Avevo una visione più ottimistica e prevedevo tempi più brevi per l’analisi
delle osservazioni (entro il mese di febbraio).
La complessità dei lavori,
che hanno comportato la rilettura di otto giornate di dibattiti con
l’estrapolazione dei contenuti principali e pregnanti e delle soluzioni
proposte, mi ha indotto ad essere più prudente e a non azzardare previsioni sui
tempi. Il lavoro è proseguito con la stesura di varie bozze di sintesi organiche
rispondenti al dibattito svoltosi in aula.
In collaborazione con i
progettisti sono state vagliate alcune modifiche, talvolta profonde, che non
snaturassero però il Piano costringendoci ad una nuova adozione.
Solo in
questa fase, memore del fatto che i partiti politici della maggioranza hanno
fatto del PUC il punto cruciale del proprio programma elettorale, ho avviato una
serie di incontri finalizzati a coinvolgerli tutti nella sintesi che nel
frattempo avevo elaborato offrendo la mia disponibilità ad essere presente, ove
lo ritenessero opportuno, alle riunioni di gruppo prima dell’approvazione di un
documento finale.
Contestualmente ho costituito, utilizzando alcune
professionalità presenti nell’organico comunale, un ufficio che studiasse sia il
problema relativo alla normativa sulle incompatibilità in aula, sia un riordino
delle singole osservazioni e della cartografia allegata.
Sulla falsa riga di
quanto avvenuto ad Olbia, siamo giunti alla predisposizione di una tabella di
sintesi che, raccogliendo le osservazioni, le distribuisce secondo uno schema
preciso ed l’ordine ritenuto più idoneo per dare razionalità ai lavori in aula.
Tutti questi elementi: viaggi a Cagliari – per accertare la situazione degli
usi civici e del Piano di Assetto Idrogeologico - contestuali all’assolvimento
degli impegni derivanti dal mio mandato di Assessore alla P. I. e Cultura, ha
protratto la presentazione del documento finale sino alla vigilia della campagna
elettorale. Per questi motivi sono stato obbligato ad evitare la convocazione
del Consiglio Comunale nei giorni in cui tutti i partiti, nessuno escluso, erano
impegnati nella formazione delle liste e nella raccolta delle firme.
Ma
immediatamente dopo ho chiesto al Sindaco di poter convocare il Consiglio al
fine di concludere con la mia replica, la discussione generale. La mia richiesta
era motivata dal fatto che non sarei stato più in grado di garantire il buon
esito del compito assegnatomi, in quanto il 9 giugno, era una data troppo vicina
alla fine della campagna elettorale e quindi, il consiglio non avrebbe potuto
lavorare con la dovuta serenità all’analisi delle osservazioni. A maggior
ragione se le elezioni non si concludessero in un unico turno e fosse necessario
ricorrere ad un turno di ballottaggio. che cadrebbe il 22 maggio p.v.
Oggi,
invece, con la chiusura della discussione generale abbiamo a disposizione 41 gg
prima della decadenza delle norme di salvaguardia, tempo a mio avviso
sufficiente alla conclusione dell’iter.
Il rischio che si corre giungendo a
questa data senza l’adozione del PUC è facile da immaginare: non è
possibile reiterare le norme di salvaguardia con una riadozione pura e semplice
del Piano. Esso, verrebbe completamente annullato e occorrerebbe indicare nuovi
indirizzi, incontrare le associazioni di categoria adottare quindi, un PUC
diverso, pubblicarlo per 60gg. e riniziare la trafila già
percorsa.
Questo è fattibile a patto che si vogliano stravolgere i principi
fondamentali che hanno portato alla genesi di questo Piano.
Quale interesse
avrebbe questa maggioranza a fare ciò?
Inutile dirvi che i progettisti, non
accetteranno di elaborare una stesura diametralmente opposta a quella proposta.
La loro rinuncia all’incarico equivarrebbe ad una retrocessione nel tempo di ben
13 anni e ci riporterebbe al 1992, anno a cui risale il primo incarico
dato ai progettisti.
Questo rappresenterebbe un fallimento per questa
amministrazione comunale e questa maggioranza, tutti sarebbero coinvolti, dal
Sindaco all’ultimo consigliere comunale inclusi i partiti politici che hanno
dato alla coalizione di governo.
Questo non è il nostro volere e lavoreremo
alacremente perché non si verifichi.
Assumendoci la responsabilità ed
evitando ulteriori lungaggini dobbiamo chiudere in questi 41 gg. l’iter delle
osservazioni adottando il Piano Urbanistico Comunale.
Sono cosciente che
qualcuno, anche tra i consiglieri, tende ad identificare il successo del PUC con
il mio successo personale questo è inevitabile, ma in realtà il vero successo
dovrà attribuirsi all’intero Consiglio Comunale, al Sindaco e alla giunta che
operano nell’interesse della cittadinanza.
I Partiti di maggioranza, Fortza Paris, UDC, AN, Riformatori e FI che
governano il comune di Oristano,
Riunitisi per esaminare lo stato dei lavori
sino a qui svolti dal Consiglio e dalla Giunta per quanto concerne il Piano
Urbanistico di Oristano,
presa visione dell’ampio ed articolato dibattito che
si è svolto in consiglio comunale nei mesi di Novembre e Dicembre u.s.,
ravvisata la necessità, prendendo spunto da esso, di dare un indirizzo forte
ed univoco per l’approvazione definitiva del PUC di
Oristano,
concordano quanto segue:
1) DIMENSIONAMENTO
DELLA DOMANDA ABITATIVA – I partiti della maggioranza concordano coi
progettisti sull’ipotesi di dimensionamento della domanda abitativa per il
decennio 2001/2010. Il calcolo proposto è stato accettato e si ritiene debba
costituire la premessa fondamentale su cui poggiare le previsioni di espansione
abitativa dell’intero Piano urbanistico.
2) CITTÀ
CONSOLIDATA – Una sostanziale identità di vedute tra i partiti della
maggioranza esiste sulla necessità di apportare le necessarie correzioni agli
errori materiali relativi alle zone B2 e B3. Per quanto riguarda le zone BC
(quelle zone circostanti il centro storico) si è deciso di trasformare la
pianificazione, omologando il quartiere a quelli circostanti prevedendo la B2.
La maggioranza, per quanto riguarda il quartiere di Su Brugu, nell’intento di
rispondere appieno alle esigenze dei cittadini che si sono concretizzate con la
presentazione di 226 osservazioni, ritiene che la problematica meriti un
ulteriore approfondimento. Conseguentemente, ritiene che i progettisti debbano
effettuare un’analisi più dettagliata. Demanda all’assessore il compito di
attivare un confronto con la popolazione, attraverso delle assemblee di
quartiere, per capire le reali problematiche in merito ai problemi urbanistici
sollevati.
3) NORME DI ATTUAZIONE E REGOLAMENTO
EDILIZIO – Risulta opportuno procedere alla semplificazione,
all’interno delle Norme di attuazione e del Regolamento edilizio, di tutte
quelle norme poco chiare che lasciano eccessiva discrezionalità interpretativa
agli uffici comunali.
4) UPA – UNITÀ DI PIANO
ATTUATIVO – I partiti della maggioranza hanno preso atto che nel corso
del dibattito è emersa un’esigenza per l’eventuale riduzione delle dimensioni
della UPA da 4 ettari a un ettaro. Sposano comunque la cartografia proposta dai
progettisti che garantisce, di fatto, una riduzione dei comparti con
l’applicazione delle sotto-UPA. Su programmazione del Comune i piani di
lottizzazione potranno riguardare superfici di 1
ettaro.
5) VIABILITÀ – La grande viabilità, intendendo
per essa il sistema delle circonvallazioni e tangenziali, ritenuta parte
qualificante di questo piano, deve essere approvata. Tuttavia vista
l’entità e la complessità dei rilievi mossi e delle modifiche proposte, pare
comunque opportuno un successivo approfondimento della soluzione individuata per
verificarne ulteriormente la rispondenza alle reali esigenze dello sviluppo
della città, armonizzandole con la programmazione già in atto in
Provincia. Si deve comunque procedere in fase di adozione definitiva alla
riduzione delle sezioni stradali e alla riduzione delle fasce di rispetto per
quanto riguarda le Tangenziali, ovviamente nel rispetto del Codice della strada.
6) AREE ARTIGIANALI E COMMERCIALI – I Partiti della
maggioranza condividono la necessità di individuare nel nuovo PUC un’ampia
fascia (dalla strada statale che da Oristano conduce a Simaxis fino alla strada
che da Chirigheddu conduce a Fenosu) che fiancheggiando la SS 131 sia destinata
a zona D2 (artigianale e commerciale).
7) POLO
INTERMODALE – La maggioranza ritiene che possa essere condivisibile la
proposta di piano relativa alla collocazione, nell’area circostante la stazione
ferroviaria, del polo intermodale. Tuttavia, ne subordina la realizzazione alla
stipula di un accordo di programma tra il Comune e l’Ente Ferrovie.
8) ZONE AGRICOLE – Su questo punto si decide la
modifica delle previsioni del PUC con un ritorno alle norme precedenti. Gli
indici saranno quindi di 0,03 mc/mq per la residenza in area agricola. Per
l’edilizia residenziale è inoltre prevista la riduzione della superficie minima
destinata all’edificazione da un ettaro a 5 mila metri quadrati, qualora
consentito dal D.P.G.R. n°228/1994 (Direttive per le zone agricole).
9) FRAZIONI – Per le frazioni di Silì e Donigala ci
saranno delle rimodulazioni delle zone C di espansione residenziale nel
tentativo di risanare le zone sfrangiate. Anche nel caso delle frazioni ( tutte)
si procederà con la correzione degli errori materiali commessi in fase di
progettazione, compresi i tracciati stradali e le zone B.
10) TORRE GRANDE – Sulla borgata marina si propongono
alcune modifiche alle previsioni del Piano al fine di giungere ad una
migliore valorizzazione dei terreni comunali e al ripristino delle zone F
a destinazione turistica che sono state erroneamente indicate come zone B.
11) AREA INDUSTRIALE – Si è ravvisata la necessità di
instaurare nuovi rapporti di collaborazione con il Consorzio industriale e di
correggere tutti gli errori materiali presenti nel Piano relativi alla zona
industriale (zona verde, tracciato stradale, fascia di rispetto). Per quanto
riguarda il Centro direzionale, la sua realizzazione sarà subordinata
all’approvazione da parte del Comune di un Piano Attuativo. Dovrà comunque
restare esclusa la chiesa di Santu Giuanni e’forasa.
12) TORANGIUS – Dove il PUC prevede un’ampia area (HU)
destinata a parco urbano si propone di inserire delle zone C (espansione
residenziale) con bassi indici volumetrici e delle zone G (zona di
interesse generale), curando in particolar modo la viabilità di accesso e
transito al quartiere di Torangius collegandolo strutturalmente alle altre parti
della città e alla circonvallazione nord-est.
13) AREA DEL
RIMEDIO – La maggioranza ha rilevato che apparirebbe inspiegabile che
l’area facente parte della ex cartiera del Rimedio e la fascia di terreni che si
trovano sulla destra andando verso Torre Grande partendo dal complesso
dell’Istituto Maria Bambina fino a giungere alla strada per Solanas non siano
stati compresi nella zona di espansione. Pertanto, suggerisce che in una seconda
fase, successiva all’approvazione del PUC quell’area possa essere oggetto di una
variante tendente a ubicare nell’area dell’ex cartiera una zona G (servizi) e
nella suddetta fascia una zona C (espansione
residenziale).
CONCLUSIONI
Quello che ho appena letto, come avete avuto modo di verificare, è frutto del
mio, ma anche del vostro lavoro di questi ultimi 5 mesi, nessuna delle soluzioni
proposte è frutto di mie fantasie, ma è il risultato dell’analisi dei numerosi
interventi che si sono susseguiti nei mesi scorsi. Ho cercato di concordare il
più possibile con la MIA maggioranza le soluzioni e le modifiche oggi proposte.
Non è finita.
Adesso dobbiamo dimostrare la nostra coesione come
maggioranza, dobbiamo rispettare i nostri impegni elettorali, dobbiamo
completare il lavoro di questi mesi con l’approvazione del Piano passando
attraverso l’analisi delle osservazioni, solo allora potremo ritenerci veramente
soddisfatti e considerare concluso il nostro compito.
La città ce ne sarà
grata.
Ultimo aggiornamento
23/03/2022, 09:31
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